Esiste sempre, nella vita delle persone, il momento di pagare i propri errori. Così come si pagano i debiti. E come questi ultimi si pagano con gli interessi.
Se l'errore da pagare è volontario, beh, allora era un rischio calcolato e ci può stare, nel senso che chi lo ha commesso può rimproverare solo sè stesso. Ma se l'errore è involontario o casuale, allora il suo costo viene percepito più o meno come spopositato, poco o tanto che sia. Il peggio è quando si deve pagare per l'errore di altri, e allora il prezzo diventa intollerabile.
In quelli che potremmo definire "Affari di Cuore", il prezzo degli errori, di solito, è incommensurabile : dolore, lacrime, talvolta sangue, notti insonni, crisi nervose...
E, naturalmente, il peggio del peggio è dato dalla combinazione fra piccoli errori propri con enormi di altri. Allora il prezzo è, oltre che incommensurabile ed intollerabile, profondamente ingiusto. Le conseguenze sono spesso mesi, anni, di sofferenza, di "riabilitazione". Quando va bene.
Curiosamente esiste anche una "musica" dell'Errore. Si tratta un assordante silenzio, più o meno lungo, che precede, e segue, un unico suono : un "CRAC !" come di un tronco spezzato. Non lo sente nessuno, non si avverte all'esterno. E' tutto dentro di noi, nella nostra mente, nel cuore, nello stomaco. CRAC. Il suono dell'Irreparabile.
Negli attimi devastanti che seguono, si può quasi percepire il corpo che reagisce, o perlomeno tenta : la contrazione dello stomaco, immediata e bruciante; una sorta di mano invisibile che afferra salda il cuore in fibrillazione; le legioni di neuroni che rivoltano il cervello per trovare una via di scampo, come uno sciame impazzito. Pochi eterni secondi e poi torna la calma. Finta. Infatti, non sempre, ma quando l'errore è causa di una lacerazione definitiva, sembra che tutto inizi a tremare e l'assordante silenzio iniziale lascia il posto al cupo brontolìo di un terremoto, di una mandria impazzita.
Una sequenza esattamente identica al crollo di un enorme edificio. Silenzio, esplosione, silenzio, rumore dei primi detriti, crollo, silenzio definitivo. Sudore, polvere, calcinacci.
"Se son d'umore nero allora scrivo
frugando dentro alle nostre miserie,
di solito ho da far cose più serie :
costruire su macerie o mantenermi vivo"
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