martedì 26 maggio 2009

Misoginia in sol minore - I° movimento

Come fai, sbagli.
Qualsiasi cosa si possa fare, dire o pensare, l'altra metà del cielo troverà qualcosa da ridire. L'insoddisfazione come condizione cronica, la critica come imperativo categorico.

S'intende, lo fanno anche gli uomini. Gli uomini però quasi mai dimenticano di soppesare l'intreccio fra causalità e casualità, fra possibilità e momento.
Le donne no. La loro spietatezza critica è la misura di questo tempo. Un tempo-donna. Un'epoca querula e vanitosa dove le virtù virili sono messe a durissima prova, quando non discreditate, e la cosmogonia umana viene declinata quasi esclusivamente al femminile.

Del resto basta guardarsi intorno ed è tutto uno sgomitare di figure femminili, o presunte tali, ansiose di dimostrare di essere come gli uomini, anzi meglio.

Come se poi agli uomini fosse mai fregato niente (ai ministri di ogni religione, invece, assai di più).

Per i maschi la competizione è fra loro, poichè il competere è fra uguali, per definizione.
La donna sarà anche "pari", ma non è "uguale". Al massimo "simile".
Ma anche se fosse "meglio", cosa accidente crede di aver vinto?
E va bene, fuori, a cacciare nella neve, magari all'ottavo mese.
Io adesso sto in caverna per un pò.
"E vedi di prendere qualcosa di buono, accidenti!"

Nessun commento:

Posta un commento